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Gli utilizzi della Paulownia
Per tutti coloro che non conoscono la paulownia, risulterà sorprendente scoprire a quanti utilizzi la pianta si possa prestare.
UTILIZZI DEL LEGNAME
Il primo elemento di sorpresa riguarda il rapporto peso/resistenza, con gli operatori del settore che inizialmente stentano a credere che un legno così leggero possa essere altresì resistente.
Se sommiamo la suddetta caratteristica a tutte le proprietà viste in precedenza, scopriamo che il legno di paulownia viene utilizzato in molteplici lavorazioni e per ottenere i più svariati prodotti, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo:
Grazie al suo alto punto di infiammabilità, al suo ottimo indice di resistenza alla compressione, le sue proprietà isolanti, la paulownia viene ampiamente utilizzata nel settore dell’edilizia, per la realizzazione di abitazioni, pavimenti, strutture portanti, pali, travi, soffitti, rivestimenti, materiali di rivestimento, infissi, porte e qualsiasi mobilio.
L'elevato rapporto peso-resistenza associato al suo limitato assorbimento di umidità, nonché la resistenza agli agenti atmosferici, rende il legno di paulownia molto prezioso nella costruzione navale, nella costruzione di aeromobili, nella produzione di tavole per il surf, nello sci, nello snowboard, saune, piscine e tutto ciò che richiede un legname di buona qualità, leggero e bello esteticamente.
In ragione delle sue proprietà isolanti e fonoassorbenti, unite alle già viste leggerezza e resistenza, la paulownia viene da secoli utilizzata per la realizzazione di strumenti musicali, oggettistica, giocattoli, così come per la produzione di attrezzature per sale da concerto e studi di registrazione; tipicamente realizzati in paulownia sono i famosi zoccoli giapponesi, che tutti ricorderanno.
Grazie alla sua leggerezza e resistenza, il legno di paulownia è richiestissimo nel settore del packaging, per la realizzazione di scatole, contenitori e pallet per il trasporto.
ALIMENTAZIONE ANIMALE
Le foglie di paulownia, ricche di proteine (oltre il 20%), fibre e microelementi, e con una buona digeribilità, vengono in molti paesi utilizzate per l’alimentazione di animali quali bovini, ovini e caprini. A tale elemento si aggiunge la possibilità di coltivare prati foraggeri pluriennali tra le file della paulownia, creando le condizioni ottimali per realizzare pascoli naturali all’interno dei quali gli animali possano crescere in condizioni ideali per la salute degli stessi.
BIOMASSA ED ENERGIA
Nell’albero di paulownia, sia il legno del tronco che le ramaglie ed il fogliame, oltre che per gli usi già visti, possono essere impiegati al fine di produrre pellet ed energie alternative.
Molto spesso, nelle piantagioni di paulownia, la prima parte del tronco, perfettamente diritta e senza nodi, viene utilizzata per legname pregiato, mentre il resto della pianta, pari a circa il 60% del volume totale, viene utilizzato per altri fini, tra i quali:
PELLET – dalla paulownia si ricava un ottimo pellet, combustibile solido per caldaie e caminetti dotato di grande potere calorifico, e da anni molto utilizzato in tutto il mondo.
BIOFUEL, BIOETANOLO, BIOGAS - negli ultimi anni, la sempre maggiore attenzione alla tutela e salvaguardia dell’ambiente, ha spinto i governi e gli operatori verso forme di energie alternative prodotte attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili; tale spinta ha avuto quale conseguenza la nascita di innumerevoli impianti per la produzione di biogas e biofuel, molti dei quali faticano a reperire sul mercato la materia prima necessaria per il corretto e costante funzionamento degli impianti stessi. La paulownia, utilizzata singolarmente o insieme ad altre materie prime, si è rivelata un’ottima fonte di alimentazione per molti impianti. Allo stesso modo, sfruttando una tecnologia nata negli USA, basata sulla combinazione di metodi termochimici e biotecnologici, è possibile estrarre bioetanolo dalla paulownia.
BIOCHAR - Con tutti i c.d. “scarti” dell’albero di paulownia (ramaglie) si può altresì produrre il biochar, anche detto carbone vegetale, che si ottiene dalla pirolisi, ovvero la combustione di biomassa vegetale in condizioni di assenza o presenza limitata di ossigeno. Dal processo della pirolisi si ottiene un gas (syngas) avente un potere calorifico simile al GPL, nonché, appunto, il biochar.
Il biochar, il cui contenuto è circa il 90% di carbonio, è considerato un utilissimo ammendante del suolo; grazie al suo contenuto ed alla alta porosità, il biochar migliora la struttura del terreno e ne aumenta la ritenzione idrica. Come conferma l’Associazione Italiana Biochar, “La struttura compatta del biochar permette a questo prodotto di non essere degradato dai microrganismi del suolo e quindi di stoccare carbonio invece che farlo tornare all’atmosfera sotto forma di CO2 come nel caso del compost o dell'abbruciamento dei residui di potatura (Kuhlbusch et al., 1996; Lehmann et al., 2002, Harris e Hill, 2007). Secondo Yanai et al. (2007), l’impiego di biochar sui terreni agricoli permette di diminuire le emissioni di N2O dal suolo, gas a effetto serra con un Global Warming Potential 296 volte maggiore della CO2 (IPCC, 2001). Da questo quadro emerge che il biochar è l’unica tecnica di mitigazione dei cambiamenti climatici che non sia solo carbon neutral, ma addirittura carbon negative, ovvero sequestra più carbonio di quanto ne emetta per produrre energia. Si stima che una fattoria di 250 ha che utilizzi bio-char addizionato d'azoto sia in grado di sequestrare 1900 tonnellate di carbonio all’anno (http://www.biorenew.iastate.edu). Ulteriori ricerche sono necessarie ma i risultati fino ad ora ottenuti sono positivi tant'è che il biochar è stato inserito nell’agenda dei prossimi negoziati internazionali sui cambiamenti climatici come la più promettente strategia di mitigazione del cambiamento climatico. Questo permetterà, tra l’altro, la creazione di un commercio internazionale regolamentato dalle Nazioni Unite di crediti di CO2 legati all’impiego del biochar. Le imprese potranno compensare le loro emissioni acquistando crediti di emissioni evitate grazie a questa nuova tecnologia. Parallelamente si sta sviluppando un mercato volontario sul quale anche coloro che non hanno obblighi di riduzione di emissioni possono acquistare crediti.”
Come già visto, non soltanto una piantagione di paulownia può produrre “carbon credit” attraverso l’assorbimento di enormi quantità di CO2 e gas nocivi ed il rilascia ossigeno nell’aria, ma altresì lo sfruttamento delle ramaglie per la produzione ed il conseguente utilizzo del biochar, oltre a migliorare la qualità e la struttura dei terreni, potrebbe in futuro costituire una fonte di reddito attraverso la commercializzazione dei crediti di emissioni.
MIELE
Dai grandi e bellissimi fiori della paulownia è possibile ricavare un ottimo miele, ancora difficile da trovare nei mercati europei ma molto diffuso in Cina, Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti; la fioritura a latitudini italiane può durare oltre 2 mesi, e da un ettaro di paulownia (piantagione da legname), si possono ottenere oltre 500 kg di miele all’anno. Il miele di paulownia, che molti ritengono come sapore vicino a quello di acacia, è un perfetto dolcificante naturale, ricco di vitamine e minerali, con ottime proprietà antisettiche, antibatteriche ed antiossidanti, ed utilissimo contro l’ipoglicemia.
FARMACEUTICA E COSMETICA
È accertato che le foglie di Paulownia contengono sostanze che hanno effetti benefici su fegato, polmoni, reni e fiele; da alcuni studi è risultato che alcune parti della paulownia contengano sostanze aventi efficacia antitumorale.
PAESAGGISTICA E VERDE PUBBLICO
Grazie alla sua ampia chioma, le enormi foglie, i bellissimi fiori profumati, la paulownia rappresenta l’albero ideale per essere piantata in parchi, piazze, giardini pubblici, viali cittadini, formando aree fresche che si possono considerare a veri e propri “polmoni urbani”. L’utilizzo della paulownia costituisce pertanto un’ottima opportunità anche per le amministrazioni locali che vogliono incrementare gli spazi verdi cittadini, migliorandone l’aspetto esteriore e contribuendo alla pulizia dell’aria.
PAULOWNIA E INTERCROPPING
Una importantissima opportunità che la coltivazione di paulownia offre a coloro che si avvicinano a questa coltura, è la possibilità di abbinarla ad altre colture, sfruttando gli spazi intrafila. In particolare nel corso dei primi 3-4 anni dal momento della piantumazione, infatti, con l’intercropping si possono coltivare insieme alla paulownia colture quali ad esempio cereali, soia, fagioli, erba medica o altri prati pluriennali, verdure, erbe medicinali ed aromatiche ecc, attraverso le quali l’agricoltore ha la possibilità di produrre un reddito fin dall’anno 0, senza dover attendere il primo taglio della paulownia. Le foglie ed i fiori della paulownia, insieme al suo apparato radicale, contribuiscono al miglioramento del suolo e creano un microclima ideale per le colture intrafila, aumentandone le rese.
Come si vedrà in apposita sezione del nostro sito, Paulownia Italy propone agli agricoltori una soluzione tecnica che comprende la coltivazione intercropping, che riteniamo rappresenti il futuro della coltivazione della paulownia in Italia ed Europa, così come da secoli avviene in altre aree del mondo.